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Gelate primaverili, un pericolo per le viti e la futura produzione

Le gelate primaverili, un rischio sempre più frequente dovuto anche al cambiamento climatico, possono compromettere gravemente  i germogli e la futura produzione

Negli ultimi anni stiamo assistendo a delle modifiche climatiche che non possiamo più ignorare.

Gli inverni si stanno facendo sempre più caldi, più brevi e le primavere sono sempre più anticipate e, per noi vignaioli, un rischio sempre più frequente è quello delle gelate primaverili.

Che cosa si verifica nel dettaglio?

La pianta della vite, così come molte altre piante, utilizza il freddo invernale per traslocare la linfa nelle radici, accumularla e poi diffonderla nuovamente nella pianta con l’aumento delle temperature a primavera.

Durante questo periodo si esegue la potatura secca: i tralci risultano legnosi e le gemme sono dormienti. E’ perciò il momento ideale per evitare di danneggiare la pianta.

Quando le temperature aumentano, la linfa torna a circolare nei vasi linfatici e raggiunge le gemme.

Queste iniziano a gonfiarsi e a generare il nuovo tralcio, con nuove foglie e piccoli grappoli. Il periodo di sviluppo della gemma e del tralcio è molto delicato ed un improvviso abbassamento delle temperature è deleterio per la sopravvivenza del tralcio stesso.

Gelate primaverili o tardive

Il fenomeno della gelata primaverile o tardiva è molto temuto dai vignaioli, perché avviene proprio quando le gemme si sono già aperte ed il tralcio è in formazione.

Gemma bruciata

Le condizioni favorevoli alla gelata si presentano durante la notte successiva ad una giornata serena, senza nuvole e vento, in cui il sole riscalda il terreno. Durante la notte il terreno rilascia il calore accumulato, che sale verso l’alto e crea inversione tra aria calda e fredda nell’atmosfera, facendo scendere bruscamente le temperature vicino al suolo.

Le conseguenze possono essere di varia entità, dalla “bruciatura” di qualche germoglio, con una derivante riduzione della produzione in uva e vino, fino alla morte della pianta stessa.

Gelate primaverili e allevamento a guyot

Un problema molto serio da affrontare per chi come noi alleva le viti a guyot, può essere la perdita di uno o più germogli nella posizione strategica del futuro rinnovo. In questo caso l’anno successivo non abbiamo tralci disponibili da piegare e dobbiamo impostare nuovamente la struttura della pianta da un punto più basso, inficiando la produzione anche per quell’annata.

Le varietà precoci sono le più a rischio in quanto il germogliamento avviene prematuramente.

Gelate primaverili, un danno importante per il Ciliegiolo.

Tra le varietà che coltiviamo, il Ciliegiolo è la più precoce nelle sue fasi fenologiche. Già lo scorso anno abbiamo avuto dei problemi con una gelata avvenuta intorno a fine marzo quando il nostro Ciliegiolo, con i germogli di appena 5-6 cm, ha subito un 30-35 % di perdite in tralci.

Purtroppo, non ci sono molte azioni da intraprendere per prevenire questo importante problema meteorologico, se non accendere fuochi in vigna, come vediamo in questi giorni in varie zone di Italia e Francia, o nebulizzare acqua per creare una sorta di velo protettivo ghiacciato che paradossalmente protegge le piante sottostanti. Tale velo fa sì che la temperatura delle gemme o dei tralci sottostanti resti costante.

Gemma ghiacciata

Nella nostra piccola realtà abbiamo provato a posticipare la potatura del Ciliegiolo in modo da ritardare il suo germogliamento.

Infatti la pianta potata in epoca tardiva, quando le gemme già iniziano a “risvegliarsi”, viene inibita nel germogliamento, dovendo prima risarcire la ferita della potatura.

In questo modo abbiamo guadagnato una decina di giorni che potrebbero essere utilissimi per preservare le gemme.

Nonostante ciò, però la gelata dei giorni scorsi ha comunque danneggiato una parte dei nuovi germogli, quelli che già si erano risvegliati.

Varietà invece più tardive come i Cabernet, sembrano non aver subito particolari danni.

Purtroppo le varietà autoctone sono più “fragili” davanti a cambiamenti climatici, come gelo o siccità, perciò spesso vengono privilegiate varietà internazionali nei nuovi impianti. E’ molto importante però preservarle per non perdere il patrimonio territoriale.

 

 

di Silvia Cirri e Linda Franceschi